L’after al Muretto dopo un’evento al faro di Jesolo è sempre un appuntamento di rito! E gli irriducibili, dopo aver ballato in spiaggia sotto i colpi di Carl Cox, si spostano come un fiume in piena verso le porte del club per chiudere la serata.
Questa notte il menù della casa propone Sam Paganini, Johannes Heil, e Len Faki, insomma ci sono tutte le carte in regola per un’altra grande serata! Non ve lo nascondo, sono di parte e sono qui per rendere omaggio a un ragazzo che partendo dalla lontana provincia è arrivato, meritatamente, tra i grandi nomi della scena techno internazionale e che questa sera torna a casa: Sam Paganini.
Arriviamo al Muretto prestino verso mezzanotte, e all’ingresso c’è già parecchia gente in coda per entrare, l’atmosfera in sala è insolita: calma apparente, ma non è altro che la classica quiete prima della tempesta. Il padrone di casa (Giuliano Veronese) questa sera non c’è ad aprire la serata, era al faro per l’evento, quindi la pista della sala è ancora buia, starà quindi a Sam aprire le danze. Si parte con un pochino di ritardo sulla tabella di marcia perchè mezza consolle è in arrivo dall’evento al faro, una volta ripristinato il tutto, dopo pochi minuti, si può partire: vai Sam!
La gente intorno si sveglia improvvisamente, sentendo il volume dell’impianto salire a regime presto invade la pista. Il set di Sam è piacevole, pulito, senza tanti effetti e ricami, la sua è una techno che ti tiene in pista, una marcia costante tutta da ballare. Dopo una mezzoretta il Muretto inizia già ad imballarsi, caldo incredibile, l’ondata del faro si è infranta! Sam bombarda e il pubblico risponde, divertendosi e saltando in pista sotto i colpi delle sue bombe, con Polyester e Chocolate, Fire in my Arms ovviamente è un tripudio! Circa due ore di techno che (ri)consacrano il buon Sam in uno dei locali storici italiani!
Il suo è un ritorno a casa, come dicevamo, perchè dopo aver suonato per anni in tutti i club della zona, è riuscito ad emergere; grazie alle sue produzioni ha conquistato i ‘signori della techno’ portandolo a rilasciare con le corazzate Cocoon, Minus e Drumcode dove adesso Adam Beyer se lo tiene stretto stretto. Insomma Sam è riuscito ad uscire dalla provincia, dal Veneto, dall’Italia ed arrivare a suonare e portare il suo sound in tutto il mondo, fino a luoghi simbolo come il Berghain. Senza dubbio è un esempio di bravura e perseveranza da seguire per tutti i ragazzi che si approcciano a questo mondo. Torneremo ancora a parlare di Sam Paganini prossimamente, l’8 settembre infatti uscirà il suo album con Drumcode: Satellite, non vediamo l’ora!
Il resto della serata è un’altra storia, che (non vogliatemene) non vi racconteremo, senza nulla togliere al buon Heil e Len Faki (altro pilastro della techno), noi stasera eravamo qui per il made in Italy, noi stasera eravamo qui per Sam Paganini!
Articolo apparso anche su Clubber Confession: