Come di consueto la macchina da guerra promozionale della Minus, in occasione dello show di Plastikman al Guggenheim Museum, ha immortalato e filmato i preparativi e lo svolgimento dell’evento e il video che ne è derivato è stato pubblicato da poco. La vera notizia non è il video dell’evento, ma ciò che viene affermato al suo interno, infatti, Richie Hawtin, con la sua imperterrita accapigliatura da nazi-emo, afferma con un mal celato nervosismo, che il tutto è un banco di prova per nuove canzoni del nuovo album. Pausa. La notizia non può che imporre che questa reazione. Di fatto, Plastikman, tolte un paio di scarne tracce, un EP e un rimasticamento dei suoi vecchi lavori in occasione della serie di live iniziati nel 2008, mancava all’appello dei lavori in studio, ben dal lontano 2003! La sua ultima vera fatica fu l’ineccepibile Closer, la celebrazione del minimalismo oscuro, acido e schizofrenico nato nella decadente Detroit sul finire degli anni ottanta. Dopo questo lavoro e, a sua detta un fallimentare live show nel 2004, il progetto alter ego fu progressivamente abbandonato. Abbandonato per lasciare spazio a quel Richie Hawtin, che ha trovato la piena maturazione nel progetto DE9, per poi essere consacrato sull’altare della popolarità, facendo storcere non pochi nasi. Dalla succitata pausa emerge una una domanda però, deve emergere e pure velata da un certo timore: sarà all’altezza del suo imponente passato? Partendo dal mio personale presupposto che l’attuale dj Hawtin è molto meno apprezzabile dell’Hawtin di più di un lustro antecedente, ho il timore che il nuovo Plastikman possa deludere. Inutile elucubrare lungamente sulla cosa senza un ascolto dell’album, quello su cui si può riflettere però è il contesto e l’evoluzione del personaggio. Personaggio è la parola migliore che descrive l’immagine che l’artista canadese ha costruito di se, sfruttando sapientemente la comunicazione 2.0, lo schivo e riservato Plastikman, è divenuto un popolare e gioviale Hawtin e l’alternativa Minus, toccando i suoi massimi nell’era dell’imperante minimal, una vera corazzata! Probabilmente la label con il marketing più affinato. Alla luce di ciò, saprà essere nuovamente “oscuro” Plastikman? Un ulteriore riflessione va dedicata al pubblico: saprà apprezzare il nuovo lavoro? Non è un mistero che in questi anni sia scemato un certo senso critico verso la figura del “dj” e che le nuove generazioni siano più attratte da Richie Hawtin, che dai lavori che negli anni novanta lo hanno consacrato come Plastikman, vera espressione del suo genio. Il fatto che la notizia del nuovo album sia quasi passata in sordina forse è una prova di quanto menzionato e che il pubblico si accontenti e brami dei mediocri, secondo gli standard fissati da lui in passato, dj set. Nel dubbio vi lasciamo con il video dell’ultima performance.
P.S. Ho perso una scommessa, puntavo sull’imminente pubblicazione di un nuovo capitolo della serie DE9.