L’altro giorno leggevo un interessante articolo di protesta su Parkett:”Troppi improvvisati vogliono fare i DJ“ in cui, giustamente, l’analisi da loro fatta, portava a condannare questa piaga sociale dei cosiddetti scarti del circo mediatico, che si riciclavano prima come “ospiti” nelle discoteche, ed ora, addirittura, come DJ. Tralasciando il fatto che tale consuetudine sia prettamente di un ambiente commerciale e farfallone, che poco ha a che fare con le tematiche da noi trattate, io sposterei l’attenzione su chi poi, alla fine, a queste serate ci va! Giusto dire che i promoter che chiamano e propongono questi cialtroni di certo non innalza il livello della categoria, ma per conto mio è una critica vana, se poi in queste serate i locali sono pieni, la gente si esalta, si fa i selfie e twitta #iocisono e cazzate varie. Forse è meglio spostare la mira della critica e dire che c’è gente a cui piacciono ste pagliacciate, altre a cui non interessa ma ci si ritrovano coinvolte e altre che “ok, io ascolto altro, ho un minimo di cognizione di causa e vado da altre parti e tanti saluti“.
La Paris Hilton, la tettona pornostar di turno, l’esiliato del Grande Fratello, insomma tutti questi personaggi da circo, vederli dietro una console da certamente fastidio, ciò è acclarato! Non me ne vogliano gli amici di Parkett a cui, sia chiaro, non sto facendo una guerra di pensiero, però dire che il mondo dei dj o di altri professionisti sia messo a rischio dagli improvvisati del mestiere per me non è vero. Può forse creare confusione verso un consumatore (ignorante) che non conosce bene ciò che cerca, questo si, risulta essere un problema reale. Ma la qualità che può dare un improvvisato (se così lo vogliamo chiamare) non sarà mai paragonabile a quella di un cultore della materia, e il pubblico/cliente (con un minimo di cognizione di causa) che esige questa qualità, riconoscerà sempre il valore di un prodotto e di un artista scegliendo quello migliore.
Quindi non ti curar di loro ma guarda e passa 😉
peace