Girovagando in rete alla ricerca di una preview dell’ultimo EP di Burial , mi sono imbattuto in una curiosa pagina che supporta una tesi ancor più curiosa! Se il talento e le qualità dell’artista sono cose ben note la sua identità resta tutt’ora un mistero e proprio come recita il titolo, secondo l’autore della pagina Burial potrebbe essere in realtà Four Tet, al secolo Kieran Hebden.
Non sarebbe certo il primo artista a celare la sua identità, pratica che sovente si è rivelata una vera manna per l’hype che genera.
Sebbene nel 2010 l’artista avesse ufficialmente fatto trapelare una dichiarazione, in cui affermava che il suo vero nome fosse William Bevan, sulla reale esistenza e identità di questa persona non ci sono prove certe. A far vacillare maggiormente l’affermazione è una banalissima ricerca con il motore di ricerca Google che restituisce come risultati link e informazioni ad una ditta di onoranze funebri e proprio di sepolture ( burial in inglese) in cui opera William Bevan e che opera in una cittadina a Sud-Ovest di Londra. È quindi più che lecito sospettare che la dichiarazione fosse tesa a depistare se non zimbellare chi chiedesse informazioni a riguardo.
L’autore della pagina però elenca chi potrebbe essere depositario del segreto ossia gli artisti con cui Burial ha collaborato e ripercorrendo la sua discografia stila la seguente lista: Steven Goodman, Thom Yorke, e Massive Attack (Robert Del Naja e Grant Marshall). Va detto però che una collaborazione nell’era digitale non implica per forza di cose l’essersi visti o frequentati quindi è anche possibile che nessuno di questi sia a conoscenza dell’arcano segreto! Bisogna però notare che Four Tet è il soggetto che più frequentemente ha lavorato a stretto contatto lui in due uscite in una delle quali era presente anche Thom York e pubblicate dalla Text Records etichetta proprio di Four Tet.
Ed è qui che la pagina espone la tesi, che in realtà, Burial non sia altro che un progetto di Kieran Hebden più noto come Four Tet e che quello che è stato affermato sull’identità dell’artista siano solo falsità L’autore non potendo avvalorare la sua tesi invita gli utenti a collaborare, portando alla luce prove a riguardo in una sorta di indagine collettiva. L’articolo datato dicembre 2011 non ha comunque dato frutti e pare che l’iniziativa si sia arenata, vi consiglio comunque di visitare la pagine e ad ascoltare uno dei pezzi meglio riusciti dalle mani dell’artista senza volto.
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