27 gennaio 2014, tutti a osannare la prestazione dei Daft Punk ai Grammy Awards. spettacolo, show, Incredibile, trionfo e altre sviolinate per descrivere l’esibizione avvenuta durante la serata di premiazione. Bene. Se gli amici di Soundwall non si sono sbottonati più di tanto dicendo che: “non si è visto niente di assolutamente dirompente o innovativo, ma semplicemente un po’ di grandi musicisti che suonano insieme, ognuno facendo il suo e creando un prodotto probabilmente migliore della somma delle parti.”
Senza tornare su ridondanti e annose discussioni sul fatto che RAM sia o meno un prodotto degno del duo francese. Io vi dico che ho avuto la netta sensazione di vedere l’essenza della musica dei Daft Punk essere stuprata dal mondo farlocco e ingessato dei Grammy Awards. Volti noti, gente incravattata, e agghindata con abiti da sera e luccicanti paillettes muoversi al passare della telecamera ostentando sorrisi, divertimento e mossette disco anni 70 mentre sul palco suonano un super mashup di sonorità pop disco. Non sono loro, dai, non sono i Daft Punk, punto. Non è il mondo a cui appartengono, non è il mondo di Homework, il mondo di Around The World, il mondo di Fresh, Revolution 909, del tour di Alive 2007 che ha esaltato platee di migliaia di persone a colpi di synth. Capisco che il rinnovarsi, spesso, è la formula vincente di una longevità di successo, ma non così.
Facciamo un’analisi del video dell’esibizione?
Pharrel Williams con un cappello degno del migliore Indiana Jones alla zuava , che forse serviva per distrarre i più dalla scarsa armonia vocale (min 01:00) durante l’esibizione. (sul cappello indossato al momento della premiazione stendo un velo pietoso perchè c’è un limite a tutto ragazzi.)
Un mostro sacro come Stevie Wonder (min 0:36) che all’inizio che fa? non parte!? hey Stevie guarda che è iniziato il pezzo parto io? parti tu? e poi proprio sul suo brano (min 4:14) diciamo non ha un approccio ottimale.
La consolle, mamma mia, pietà ma perchè fate questo? era meglio non far vedere niente, cosa pensano i migliaia di adepti che hanno scolpito nella mente queste immagini:
quando si vedono davanti una cosa del genere che manco a farla coi Lego veniva così male:
Onestamente, mi aspettavo qualcosa di diverso, o meglio, visto i signori che erano sul palco mi aspettavo almeno un pelino di qualità in più. E non entro nel merito della scelta di inserire tutte quelle citazioni musicali nell’interpretazione di Get Lucky (a parte il pezzo di Wonder che si è aggregato alla combriccola e allora.. vabbeh..).
Mi rimane un po’ l’amaro in bocca e il dubbio se la stecca è diventata una misura internazionale per saggiare la veridicità di un’esibizione live per evitare di essere tacciati di playback? Sarà che Random Access Memories ho impiegato un po’ a digerirlo, e forse anche questa esibizione la digerirò fra un po’ ma, così, su due piedi, la nostalgia dei veri Daft Punk prevale! sono davvero l’unico che la pensa così e che si aspetta qualcosa di più, qualcosa di diverso a un duo che ha fatto tanto nella storia dell’elettronica?
il video dell’esibizione dei Daft Punk ai Grammy 2014:
Guardare i Grammy = farsi del male. E quando ti premiano vuol dire che sei arrivato … e finito.