Ciao Leonardo! Iniziamo la nostra chiacchierata facendo una piccola analisi del nostro “ecosistema musicale nazionale”. Come vedi il futuro della club culture italiana rispetto a quella europea? una realtà come Berlino in Italia sarebbe un miraggio?
Ciao Ragazzi prima di iniziare vi ringrazio per l’invito, detto questo inutile negare che la realtà internazionale è ben diversa da quella Italiana. La differenza sta secondo me molto nelle tantissime collaborazioni che ogni giorno nascono tra i club/label fuori italia e quante “guerre” inutili invece nascono ogni giorno in italia.. Secondo me in italia manca la voglia di “aiutarsi a vicenda”. Ma mai dire mai. Abbiamo tra i migliori club d’europa e del mondo, basti pensare al Cocoricò di Riccione, Tenax di Firenze e tantissimi altri ancora quindi la “materia prima” non ci manca, credo sia solo una questione di mentalità nostra italiana.
Parlando con alcuni addetti ai lavori è risaputo che l’Italia è il paese dove i guest percepiscano un ingaggio più alto rispetto ad altri paesi europei. Come ti spieghi questo fenomeno?
Onestamente non è facile capire il motivo ma secondo il mio modesto parere un artista è strapagato in un luogo dove il locale ha bisogno dell’artista, più di quanto l’artista abbia bisogno del locale. Nel mondo ci sono situazioni o meglio vetrine dove gli artisti vanno a suonare anche gratis proprio perché hanno un ritorno notevole pubblicitario.
Poche settimane fa Seth Troxler ha definito l’esperienza vissuta in un club molto diversa da quella di un festival. Oggi molti giovani sembrano dare più importanza all’essere presenti in una situazione piuttosto che al motivo per cui li ha portati, cosa ne pensi?
Si assolutamente, l’esperienza club è molto diversa dall’esperienza festival, il club rappresenta le radici, la musica deve essere sempre molto “coinvolgente” devi far star bene ogni singola persona e personalmente amo “l’aria” che si respira nei piccoli club. Il festival ha un altro tipo di fascino è bello perché si suona davanti a tantissime persone pero perdi un po il contatto diretto con esse.. diciamo che c’è più distacco tra la dancefloor e la console. Credo che ci sia una forte voglia di “arrivare” tra i giovani e con questa fretta spesso si dimentica che c’è una strada ben precisa da percorrere per “arrivare” ad ogni singolo punto.
Come prosegue il progetto Jonk Records? novità in arrivo?
Jonk è la mia piccola creatura sono molto orgoglioso perché pur essendo una piccolissima label vanta un catalogo artisti di tutto rispetto, da DJ W!LD agli ITALOBOYZ a DANNY SERRANO, DOOMWORK, SAFRAS e molti altri ancora. Siamo in questo periodo in una fase di pausa perché stiamo riorganizzando tutto lo staff interno ma presto ci saranno belle novità 😉
Leonardo hai iniziato a muovere i primi passi nella “tua” toscana, dove e come ti sei costruito il tuo background musicale? c’è un club a cui sei particolarmente legato?
Ho iniziato a muovere i primi passi nella scena club “Fiorentina” , la situazione nel 2001 era molto diversa rispetto ad oggi, solo a Firenze si contavano numerosissimi club come il Central Park, il Meccano solo per citarne alcuni purtroppo chiusi. Il primo locale che mi ha dato la possibilità di esprimermi è stato il Central Park di Firenze dove ho fatto una residenza di due anni per l’estivo mentre durante l’inverno ero resident nello storico locale empolese Jaiss.. Il mio background musicale un po come tutti si è formato anno dopo anno step by step.. sperimentando molti generi, dalla acid, alla tech funk alla detroit toccando per un periodo anche sonorità piu minimal.. Ci sono numerosi club dove amo suonare; in italia senza ombra di dubbio Factory di Milano e Cocoricò di Riccione tra i miei preferiti.
Leonardo Gonnelli per Undernoise.it – Ascolta il podcast di Leonardo Gonnelli