Intervista a Giorgia Angiuli | Underskin Harmony EP
L’intervista di oggi è con l’italianissima giovane talentuosa Giorgia Angiuli. In questi giorni abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima il suo prossimo EP Underskin Harmony in uscita sulla label berlinese Einmusika. Un lavoro che conferma le qualità e la crescita di questa artista. La splendida In the Dark, che spesso abbiamo potuto ascoltare nei suoi live, è il fiore all’occhiello dell’EP completato da Free e Choose the armony, tracce dal groove morbido e avvolto perfettamente dalla voce di Giorgia
Giorgia Angiuli – Underskin Harmony [ Einmusika ]
Ciao Giorgia, da dove è nata l’idea di campionare i giocattoli per la tua musica?
Colleziono giocattoli ormai da tantissimi anni e mi ha sempre divertito l’idea di renderli parte viva delle mie esibizioni. Mi piace interagire con oggetti colorati, capaci di emettere suoni inconsueti.
Quali sono stati i passaggi fondamentali della tua carriera fin’ora? Il progetto Metùo e We Love sono capitoli chiusi o tornerai ancora su questi?
Ho studiato chitarra classica in conservatorio e per anni ho suonato la chitarra elettrica in un gruppo crossover , new metal.
Metùo, a cui sono ancora molto legata, è stato il mio primo progetto di musica elettronica e poi ho lavorato con We Love per 3 anni, progetto audio-video prodotto dalla Bpitch Control. Circa due anni fa, ho iniziato una residenza al Tenax , esibendomi sola, con il mio vero nome Giorgia Angiuli, dando vita ad un live completamente libero e spontaneo, il cui sound è ancora in costruzione. Non mi pongo limiti né obiettivi ben precisi, sono i suoni la mia unica guida. Dopo aver sempre collaborato con altre persone sentivo davvero il bisogno di lavorare sola ed essere completamente libera.
Qual’è il tuo attuale setup per una serata live? stai sperimentando qualche nuova implementazione? Quanto tempo dedichi a preparare i tuoi live?
Suono circa 5 ore al giorno, mi esercito molto e mi piace cambiare il live molto spesso. Attualmente suono con livid alias8, apogee duet2, sm58, theremini, akai mkmini, launch control novation e i miei giocattoli! Ora sto girando con1 setup molto snello per comodità, ma ovviamente, il desiderio è quello di poter portare i miei synth analogici! Ora sto lavorando con un mio amico per produrre dei miei controllers midi e poterli utilizzare dal vivo .
Una domanda che abbiamo posto anche ad altri tuoi colleghi: l’avvento dei software( per produrre, per fare live e dj set) cos’hanno portato di buono e di cattivo nella scena elettronica?
L’elemento positivo consiste nell’aver reso più economica la fase di produzione musicale ma, allo stesso tempo, si è diffuso un sound molto più piatto e privo di sottili sfumature. I software, a mio avviso, hanno reso i producers più pigri, c’è meno voglia di sperimentare e di studiare. Secondo me lo studio dovrebbe, invece, essere un elemento costante nell’attività di produzione, poiché fonte di grande ispirazione. Io sono un’amante del vintage e dell’analogico quindi utilizzo ableton solo come piattaforma su cui stendere e arrangiare le mie idee , ma non amo molto lavorare con i plugins.
Qual’è il tuo giudizio sulla scena italiana? Cosa secondo te dovrebbe cambiare nelle leggi che governano il mondo dell’intrattenimento e come dovrebbe cambiare il modo di lavorare dei nostri promoters (se pensi che debba cambiare) ?
La scena italiana è popolata da tanti talenti, ma purtroppo qui c’è poco spazio per gli artisti emergenti e i promoters continuano a chiamare sempre i soliti nomi, non c’è ricambio e non c’è possibilità di ascoltare nuove sonorità. I live sono visti ancora con molta diffidenza rispetto ai dj set. Purtroppo l’Italia è un paese poco meritocratico basato più sull’apparenza che sulla sostanza … ma allo stesso tempo siamo un popolo dotato di immensa creatività e spero tanto che le cose possano cambiare.