Chi mi conosce è ben conscio della mia ostinata e ottusa abitudine a voler tracciare sempre un bilancio musicale di fine anno, e voler forzatamente confrontare gli anni pregressi, ma in occasione dell’uscita della classifica annuale dei dj redatta da Resident Advisor, mi sono reso conto che le chart non hanno nessun senso.
In un paese in cui, ad esclusione dei tifosi che parteggiano per la squadra che a fine anno la spunta, non è unanimemente accettata nemmeno la classifica della Serie A, quindi pure una classifica in base alle vendite, può non avere senso. Non tanto per fenomeni come l’autobuying, che possono distorcere tutto, ma per il non senso di fare di mille correnti, mille generi e scene un unica e discutibile lista. È noto, inevitabile e accettato che intervengano fenomeni di popolarità, marketing o più semplice casualità, ad influenzare le dinamiche e che quindi, a svettare, non sia effettivamente il “bello”, concetto comunque soggettivo, e, quindi, queste dinamiche, generino senso di smarrimento negli ascoltatori un po’ più ricercati nel momento in cui in auto accendono una radio. Ma tornando a noi, cosa mi sta a significare una classifica di uomini o meglio artisti? Secondo il mio modesto parere, può avere senso se sono maratoneti, ciclisti o anche solo ingozzatoti professionisti, magari potrebbe avere un significato una classifica degli uomini più “dotati”, ma una classifica di dj ha un reale significato?! Qualcuno potrebbe dire che è la fotografia di un momento, ma se nello stesso momento si scattano due foto e le due immortalano un quadro totalmente diverso qual è quello “vero”? Se a qualcuno fosse sfuggito, mi sto riferendo alla classifica di dj Mag, che può essere snobbata dai puristi dell’underground, che storcono il naso nel leggere la lista dei fenomeni che annovera, ma non si possono negare che tenga conto di una realtà che purtroppo esiste. Chi ha dunque ragione? Dj Mag o Resident Advisor? A questo punto, sono giunto alla conclusione possibile: che non c’è una conclusione, stillare classifiche è solo un buon espediente dell’era del Web 2.0 per attirare un po’ di polli che generino traffico e pecunia, dj Mag ha la sua ampia pletora di ascoltatori “easy” e Resident Advisor i suoi puristi un po’ snob. Filosofie opposte, con numeri molto maggiori per una, ma entrambe reali e radicate in folti gruppi composti da soggetti che scelgono in base ai gusti personali. Lo so, è una conclusione facile e puerile, che non tiene conto del buon momento dei dj, della popolarità conseguente alla buona selezione del momento, della particolare ispirazione che riescono ad esprimere nelle loro produzioni o dell’album carico di spunti, però davvero non voglio accettare che l’arte, perché di questo dovrebbe trattarsi, possa essere ridotta ad una lunga lista numerata. o Meglio, mi hanno davvero stancato le eterne diatribe tra fans per decretare il “migliore”, suvvia se proprio vogliamo discutere di classifiche parliamo di questa che abbiamo stilato poche ore prima della fine del 2013 😉