Il fenomeno Kravitz sinceramente ho un po’ di difficoltà a percepirlo o meglio ad apprezzarlo, la ragazza, che è senza dubbio dotata, è dotata anche fisicamente e puntualmente non manca di sfruttare questa peculiarità! Se diamo un rapido scorcio al panorama dei dance floors, è chiaro che ormai la figura del dj è molto di più delle sue produzioni e dei suoi set, è diventato una figura di costume, che deve molto anche ai suoi comportamenti o atteggiamenti che innescano inevitabilmente simpatie o polemiche e in questo contesto Nina ha scelto di sfruttare a pieno il suo corpo come valore aggiunto. Sia chiaro fin da subito che la mia criticità non deriva dall’uso del suo corpo, ma dal sistematico uso del suo corpo quasi a far passare in secondo piano quello che è effettivamente il suo mestiere ossia la musicista.
Le polemiche alzate da un noto dj riguardo ad una intervista concessa in un contesto, diciamo poco usuale, avevano lasciato il segno, invece il primo singolo Fire estratto dall’album, a mio modestissimo parere, non è in grado di farlo. Qui di seguito potete vedere il video:
L’intera clip, girata in una località desertica americana, ha il sapore di
Frozen di
Madonna, senza gli spettacolari effetti speciali e virato al rosso, purtroppo nella mia cecità artistica altro non riesco a cogliere. La “poetica” sequenza del pugno di sabbia che muta in sole o l’immancabile scena delle sue nude forme spogliate della veste mi ammosciano(nel dubbio preciso che non sono gay)!
Normalmente questo non sarebbe un problema perché, con un filo di onestà, buona parte dei video che accompagna questi singoli, diciamo un po’ più alternativi e underground( si continuo ad usare queste ridondati e becere definizioni), sono di contorno e servono giusto a mettere un accento sul punto saliente cioè la canzone! Ed è proprio qui che vi è la maggiore lacuna: ci ho provato, l’ho ascoltato più e più volte, a diverse ore e situazioni, ma davvero non mi prende! Questo canto, misto sospiri e strascicato a tratti mi irrita e non mi coinvolge, probabilmente sono sono io poco avvezzo al pezzo, ma suona un po’ come una Kate Wox priva della sua magnetismo o una Fever Ray spogliata del suo misticismo. La scelta di una base scarna ridotta al minimo può pagare solo se effettivamente ci si innesta un canto di spessore, con atmosfere cariche e profonde, ma è una mannaia se questo viene a mancare. Se avete letto fino a qui potete concludere da soli che personalmente annovero il pezzo nella seconda possibilità succitata. Il mio giudizio non è definitivo, mi riservo di giudicare la cosa con un ascolto globale dell’album, ma di primo acchito non si presenta nel migliore dei modi. O almeno speriamo in una buona serie di remix…