Oramai è tutto pronto: sale l’attesa per l’evento clou dell’estate bellunese (e non solo). Una line up di dj-producers internazionali incastonata in una location inusuale e spettacolare, simbolo di materiale unione e collegamento tra zone distanti e per questo metafora di congiunzione e veicolo tra avanguardia musicale e collettività.
Un evento di questo calibro non poteva che ambire a una dotazione tecnica di prim’ordine. In questo articolo ficcheremo il naso proprio in questo fondamentale ambito.
Un festival di questa portata non aveva mai avuto luogo su di un ponte tanto lungo. Il problema principale che i tecnici hanno dovuto affrontare è stato quello di garantire una sonorizzazione adeguata in una zona larga solo 10 metri ma lunga quasi 300. Per risolvere questa sfida, si è optato per un sistema monoaurale. Sarebbe stato ridicolo pensare di ricreare un’immagine stereofonica larga così poco, andando poi a vanificare praticamente metà dell’emissione laterale, nonché a creare disturbo al vicinato. La musica verrà quindi diffusa solo ed esclusivamente sul ponte tramite un canale centrale, rafforzata da 4 cluster di ritardo che incrementeranno l’emissione proveniente dal sistema principale posto sul palco. Molto interessante è la disposizione dei subwoofer. Tale altoparlante solitamente è caratterizzato da un’emissione sferica (suona tutt’intorno) e dovendolo sistemare immediatamente davanti al palco, avrebbe creato non pochi problemi agli artisti. Si è optato quindi per una disposizione definita “a cardioide”, dove i subwoofer sono posti in linea uno dietro l’altro e opportunamente ritardati e posti in controfase, in modo che l’emissione posteriore di uno annulli quella dell’altro, creando quindi un flusso diretto essenzialmente in avanti, verso il pubblico.
Una volta accontentato l’orecchio, era ora bene che anche l’occhio ricevesse la sua parte.
La “sfida” intrapresa dal light designer non era facile, soprattutto per quanto riguarda il conciliare le esigenze di budget che ovviamente, non è infinito. Invece di concentrare l’impianto luci in una prevedibile quanto poco efficace soluzione a “macrozone”, si è deciso di optare per una soluzione meno convenzionale ma che assecondasse maggiormente il naturale sviluppo di un ponte, prevedendo quindi una serie di piccole torri dislocate su tutta la lunghezza dello stesso, ognuna ospitante alla sommità il nuovo e potentissimo Robe Pointe (capace di ben 75.000 lumen a 20m), un faro Par 64 alogeno da 1000W con funzioni da accecatore e un Parled 64 Litecraft At3 ad illuminare il pubblico. A completamento dell’opera, una batteria di Parled sempre Litecraft At3 disposti lungo tutta la balaustra del ponte ad illuminarla di taglio, dovuto tributo luminoso alla suggestiva bellezza del Ponte degli Alpini.
Oramai negli show del terzo millennio non ci si può più esimere dall’offrire un adeguato spettacolo visual. Il comparto video potrà contare sull’impressionante impatto di un led wall Robe, formato da 6×4 elementi da 64cm per lato cadauno, disposti lungo una riga da 6 sotto al banco regia principale e le restanti 3 righe da 6 poste dietro alla postazione dj, a formare l’impressione di un unico schermo con gli artisti immersi in esso. 15kW di puro impatto video.
Per gli appassionati, ecco alcuni dati tecnici:
* impianto audio DB Technologies/Meyer: impianto principale medio/alti 6000W più 2+2 cluster di ritardo ognuno da 750w. Subwoofer 4x3000W
* 12.000W di luci alogene, 5600W di luci a scarica, 2400W di luci a led
* ledwall da 15.000W
* oltre 4km di cavi elettrici