RedBull Music Academy Stage roBOt 08
roBOt Festival (7 – 10 ottobre a Bologna) rinnova la collaborazione pluriennale con la Red Bull Music Academy ospitando nei padiglioni di BolognaFiere, venerdì 9 e sabato 10 ottobre, il RBMA Stage, un palco che prosegue il discorso intrapreso come sempre sul campo. Nella pratica quanto di più vicino al concetto stesso di utopia: un’isola felice degna di chiamarsi tale, perché è tale. Parole avvallate dai fatti, non il contrario. Ecco un luogo dove il merito conta davvero, dove la ribalta è occupata da chi ha senso stia dove deve stare. Unico comune denominatore: la qualità della proposta. La selezione all’ingresso rigidissima, inderogabile; per il resto nessuna barriera, nessuna scorciatoia, nessuna distinzione. Il cielo un limite da infrangere, 360 gradi un raggio d’azione limitante.
È come un ring: da un lato la nuova linfa, giovani teste in fiamme che bruciano di nuove idee per ampliare il territorio, per alzare l’asticella di almeno tre tacche. Nomi che diventeranno ancora più grandi di quanto già sono ora: The Martinez Brothers, dal Bronx in missione per riportare il termine “house music” al suo significato originario; Evian Christ, 24 anni, nuove geografie di hip hop deragliato scandite da dischi fuori asse (“Waterfall” la vertigine più potente) e amicizie importanti (Kanye West, Matthew Barney); Nathan Fake, John Talabot, elettronica portatrice e generatrice di passione vera, da far sanguinare i cuori più ricettivi; Bienoise, Panoram, la compagine tricolore si muove sul lato cinematico dell’esperienza, colonne sonore per film dell’anima; Dâm-Funk (la sua presenza a roBOt08 un’esclusiva nazionale), tra le rivelazioni più abbacinanti nel genere da cui prende parte del nome, forse il solo degno di sedere alla destra di George Clinton.
Dall’altro i maestri, nessuno dei quali si sia mai preoccupato di rivendicare il titolo. Nessun bisogno: il titolo se lo sono guadagnato sul campo, lasciando parlare i fatti. Fuoriclasse veri, nell’accezione letterale del termine. The Bug, Lory D, Lee Gamble, Clark, Levon Vincent: ognuno ha saputo rivoluzionare il suo fin dalle fondamenta. Adrian Sherwood e Pinch il raccordo più potente, l’elemento di continuità: la vecchia scuola incontra la nuova sullo stesso territorio. Anelli della stessa catena. La dimostrazione definitiva di quanto età, provenienza, genere, retaggio, non siano che sterili convenzioni quando si lascia la musica a parlare.