il nostro racconto della data di Padova dei Massive Attack | 14 febbraio 2016
Sono passati ormai 25 anni da quando tre membri del collettivo musicale The Wild Bunch rilasciarono, sotto il nome di Massive Attack, quel Blue Lines che cambiò per sempre il modo di vedere, e sentire, la musica inglese.
Con cinque album all’attivo, Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall sono gli indiscussi pionieri del Trip Hop, genere dai confini molto labili che abbraccia sonorità variegate e apparentemente lontane tra loro, unendole in un sound oscuro dominato da basse frequenze e downtempo.
Dopo sei interminabili anni di silenzio dallo studio (Heligoland, 2010), il duo inglese ci ha sorpresi tutti in questo inizio 2016 pubblicizzando con una particolarissima app (Fantom Sensory Music, iOS) l’arrivo di quattro nuovi pezzi, raccolti poi nell’EP Ritual Spirits. Tanta quindi la curiosità per questo nuovo tour europeo, nella speranza di sentire altre nuove composizioni che sicuramente faranno parte dell’attesissimo sesto album del gruppo.
Il tour europeo fa tappa in italia in due città: Fabrique di Milano, per due serate, e Gran Teatro Geox di Padova, in cui eravamo presenti.
Ad aprire il concerto sono gli Young Fathers, giovane gruppo hip hop di Edimburgo che segue i Massive Attack in questo 2016 come gruppo spalla, con cui 3D e Daddy G hanno collaborato per una traccia del sopracitato EP (Voodoo In My Blood). Non avendo visto il loro live per intero é senz’altro superfluo darne un giudizio in questa sede.
Alle 21.15, dopo un breve cambio di palco, le luci si spengono ed entra la band che tutto il teatro aspetta con ansia. La formazione é quella degli ultimi tour per quanto riguarda gli strumentisti: alla chitarra Angelo Bruschini, al basso Winston Blisset, alle tastiere Euan Dickinson, alla batteria elettronica Julien Brown e a quella acustica John Tonks. Una sezione ritmica così composta regala un muro di suono davvero difficile da eguagliare. I due batteristi, infatti, si completano a vicenda suonando contemporaneamente in ogni pezzo, andando a completare uno le carenze dello strumento dell’altro, offrendo alla platea uno spettacolo sia visivo che uditivo. Il tutto corroborato elegantemente dal potente basso di Blisset. Difficile trovare un impatto maggiore se si parla di elettronica live.
Purtroppo, però, non é tutto oro quel che luccica: l’acustica del Gran Teatro Geox non é infatti all’altezza per supportare un sound del genere. Bassi talmente forti in alcune occasioni da annichilire il resto dei suoni della band, comprese le voci, rese quasi robotiche (Martina Topley-Bird in particolare) dalle interferenze acustiche.
Critiche (doverose) a parte, l’inizio é di quelli che smuovono le fondamenta dell’edificio. Ad aprire le danze é infatti, come da tradizione dal 2014 in poi, Battle Box 001, canzone figlia dell’omonima label di 3D, creata in collaborazione con The Vinyl Factory per proporre LP in edizione limitata curati da 3D in persona. Bassi poderosi e percussioni tribali riempiono il Teatro con un’atmosfera dark e primordiale mentre Martina Topley-Bird ci dona sprazzi di luce con la sua calda e sensuale voce.
Senza indugi si passa a United Snakes, dieci minuti di musica sopraffina eseguiti magistralmente, con le batterie in primo piano e le vocals di 3D sullo sfondo a dirigere le melodie.
Si spengono le luci e dall’oscurità Daddy G sale sul palco. Lentamente si avvicina al suo microfono tra gli applausi del pubblico, l’intro di basso é inconfondibile: Risingson. Grant é come sempre imponente, sia per la sua statura che per la voce, così bassa da far tremare da sola l’aria che ci circonda. Unico.
Dopo una non perfetta Paradise Circus, arriviamo al primo brano inedito. Robert Del Naja introduce Azekel, altro giovane artista inglese con cui i Massive Attack hanno collaborato per il nuovo EP. La performance vocale del londinese sulle note di Ritual Spirit é impeccabile e, a primo impatto, il nuovo brano é davvero ottimo in sede live. Ascoltiamo tutti con attenzione e in religioso silenzio.
Nuovo brano a parte, si capisce subito che la scaletta non sarà molto diversa da quella proposta nel tour 2014, probabilmente più varietà sarebbe stata apprezzata, ma lamentarsi troppo di un buon best-of sarebbe inopportuno. Ecco quindi il turno di un’altra vecchia conoscenza sul palco: Horace Andy. Non c’é disco dei Massive Attack in cui lui non sia presente, pilastro fondamentale della band. Girl I Love You é sicuramente la miglior canzone a livello acustico della serata. Il crescendo finale con le orchestrazioni ad opera di 3D e Dickinson é perfetto.
Martina Topley-Bird continua a deliziarci con la sua eterea voce in un ottimo arrangiamento di Psyche e in un mashup interessantissimo di Poison (brano solista di Martina) cantata sulle note di Jupiter, altra canzone del progetto Battle Box sempre proposta in sede live negli ultimi due anni. Martina é come sempre l’ospite che canta di più e, dopo una pausa per Future Proof, torna per la toccante e immancabile Teardrop. Pubblico in estasi. Lo spettacolo é senza sosta e Horace Andy torna per presentarci la sua Angel. L’impatto emotivo in questa parte di live é altissimo e viene amplificato grazie alla scenografia iconica della band, soprattutto durante Inertia Creeps. Il led-wall, infatti, per tutto il live proietta immagini tanto minimali quanto potenti. Numeri, parole, frasi e domande riguardanti la situazione geo-politica odierna scorrono veloci, ma l’apice é raggiunto appunto con quest’ultimo brano preso dal capolavoro Mezzanine: frasi satiriche ci divertono facendo al contempo riflettere sul mondo che ci circonda, mentre passano le fotografie dei rifugiati che hanno riempito le pagine di cronaca degli ultimi mesi.
(A tal proposito, il gruppo in prima persona si impegna per aiutarli e diffonde il seguente link a fine canzone: unhcr/massiveattack)
Un grande contrasto, quindi, tra la musica che porta alla pace dei sensi e immagini che pesano come macigni.
Si arriva quindi alla prima pausa, dopo una superba Safe From Harm, con una sempre ispirata Deborah Miller e un grande Bruschini nel solo a fine canzone.
Finalmente, il momento più atteso: i nuovi brani. Si inizia con Take It There, il nuovo singolo composto a gran sorpresa assieme a Tricky (nel live sostituito da Daddy G). Il brano ricorda molto le sonorità degli inizi del Bristol Sound, tanto da non sfigurare se fosse contenuta nel seminale Blue Lines.
A seguire, gli Young Fathers tornano sul palco per la doppietta Voodoo In My Blood (ottima la loro prova vocale) e l’inedita e potente He Needs Me. I due pezzi sono evocativi, forti nei suoni e dall’ottima resa live. Promossi a pieni voti.
Il concerto ormai é concluso e il gruppo, tutto presente sul palco, pone fine allo spettacolo con la canzone che, nel lontano 1991, fece conoscere al mondo quel sound unico che noi oggi amiamo chiamare Trip Hop: Unfinished Sympathy.
Tutto sommato un buon live, minato “solo” da un’acustica non all’altezza e qualche assenza celebre nella scaletta, soprattutto Karmacoma, suonata la sera prima a Milano (Protection rimane un album ingiustamente snobbato dalla band). I nuovi brani sono di pregevole fattura e non fanno altro che aumentare il desiderio di avere per le mani il sesto, attesissimo, album dei grandi Massive Attack.
Setlist:
Battle Box 001
United Snakes
Risingson
Paradise Circus
Ritual Spirit
Girl I Love You
Psyche
Future Proof
Poison+Jupiter
Teardrop
Angel
Inertia Creeps
Safe From Harm
Take It There
Voodoo in My Blood
He Needs Me
Unfinished Sympathy