“Vuole vedere il mio curriculum? Ma… qui davanti a tutti? Non posso: ci sono delle signore!”, così ironizzava Antonio De Curtis, meglio noto come Totò, su quella semplice lista di tappe ed esperienze che qualificano una persona o un professionista. Una piccolo riassunto di doti e attitudini che introduca verso il mestiere ambito. Si sa anche che per “fare colpo” qualche piccola bugia e rimaneggiamento è permesso, a patto di essere credibili, tanto , resta comunque quasi impossibile vendersi per uomini in carriera dai brillanti successi quando in verità ancora non si eccelle.
Nel caso siate riusciti a trovare il coraggio di continuare a leggere e se ve lo steste chiedendo, no, la mia non è una flessione sul mercato del lavoro e su come procacciarsi un buon impiego, ma è semplicemente un’introduzione a quello che è un tassello fondamentale per l’immagine di un dj: la biografia!
Nell’era del web 2.0, in cui essere presenti su internet non è uno svago, ma è un dovere professionale e dato che il moderno disk jockey deve essere il miglior pr di se stesso su siti, social network e blog si rende necessario questo piccolo elemento. Queste poche righe accolgono il nuovo potenziale datore o l’ascoltatore itinerante che scava nella selva digitale alla ricerca di succulenti nuovi ascolti, ed è proprio qui che si riscontrano alcune prassi che con gli occhi del semplice appassionato definirei esilaranti. Vi descrivo ora alcune delle figure che ho incontrato e badate che spesso una singola persona sa incarnarne più di una:
- Il millantatore: fra tutte questa è la più audace o forse la più stolta! Persona che pur di fare strada rivendica e sventola date, residenze e collaborazioni con blasonati e affermati artisti, locali o festival palesemente inventate di sana pianta. In seno mi è nata una domanda che mi perseguita e che vorrei porre a questi chiamiamoli personaggi ed è: ma sei scemo? Nella succitata era in cui lineup, discografie e bootleg stratificano nel Web come si può pensare di poter vendere per credibili quelle affermazioni?
- Il dissociato: si sa promuoversi è un dovere, ma il parlare e condividere contenuti su se stessi in terza persona, diciamolo, è forse un filino un po’ esagerato! Magari andava bene agli esordi di Facebook, ma ora come ora è forse più riconducibile alla poco conosciuta sindrome Hubris.
- Il plagiatore: la poco nobile scorciatoia del prendere spunto da idee e opere altrui è tanto semplice quanto inflazionata, ma qui si ripropone lo stesso problema che affliggeva il millantatore: se l’intento è fare strada e raggiungere ampie platee come si può pensare di non essere smascherati? La soluzione più percorribile sarebbe saltare in un in un universo parallelo in cui non è presente la fonte dell’idea originale, ma pur non conoscendo di persona Stephen Hawking per chiederglielo e nonostante io abbia il bagaglio culturale che probabilmente lui aveva in quinta elementare, posso affermare con certezza che il tutto non è facilmente praticabile.
- Lo sgrammaticato: chiedo anticipatamente scusa per quello che sto per dire. Ca**o è morta gente per fare l’Italia, il miserabile sforzo di imparare la lingua e la grammatica è così mastodontico? Voglio dire se ci riesce un filippino giunto in Italia per guadagnarsi da vivere spolverando suppellettili non deve essere un impresa da Nobel! O vediamola da un punto di vista venale: dimostra ai tuoi genitori che il pagarti gli studi non è stato come gettare banconote nello sciacquone! I tre puntini vanno bene se devi chiudere una frase con cui vuoi proporre qualcosa di “strano” alla tua ragazza o per evitare di elencare tutte le ragazze con cui l’hai tradita, ma non sono il segno d’interpunzione che si usa per introdurre una pausa meglio conosciuto come virgola! Tanto meno un valido sostituto per i due punti, perché quelli sono uno in meno, ma soprattutto sono posti in verticale.
- Il meticoloso: non si tratta di una persona che compie con cura il suo lavoro, ma quello che pur di scrivere qualcosa rivendica l’operato in certe betolacce sconosciute o di poco valore, anzi di pessima fama. Per rendere meglio l’idea scomodiamo ancora la fantomatica ragazza: diciamo che non è il caso di farle sapere la serie di indicibili creature e affermate m*gnotte con cui avete fatto esperienza prima di attentare alle sue virtù, potrebbe essere di poco aiuto se non controproducente.
Ripensandoci bene: la biografia non serve proprio a nulla, o meglio, a nulla di costruttivo!